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Ovidio


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autore
brano
 
Apuleio
Della magia, 96
 
originale
 
[96] nunc enim mihi, quod aegre fero, a commemoratione tanti uiri ad pestes istas oratio reuoluenda est. Audesne te ergo, Aemiliane, cum Auito conferre? quemme ille bonum uirum ait, cuius animi disputationem tam plene suis litteris collaudat, eum tu magiae maleficii criminis insectabere? an inuasisse me domum Pudentillae et concipilare bona eius tu magis dolere debes quam doluisset Pontianus, qui mihi ob paucorum dierum uestro scilicet instinctu ortas simultates etiam absenti apud Auitum satisfecit, qui mihi apud tantum uirum gratias egit? puta me acta apud Auitum, non litteras ipsius legisse. quid posses uel quas quis in isto negotio accusare? Pontianus ipse quod a matre donatum acceperat meo muneri acceptum ferebat, Pontianus me uitricum sibi contigisse intimis affectionibus laetabatur. quod utinam incolumis Carthagine reuertisset. uel, quoniam sic ei fuerat fato decretum, utinam tu, Rufine, supremum eius iudicium non impedisses. quas mihi aut coram aut denique in testamento gratias egisset. litteras tamen, quas ad me Carthagine[m] uel iam adueniens ex itinere praemisit, quas adhuc ualidus, quas iam aeger, plenas honoris, plenas amoris, quaeso, Maxime, paulisper recitari sinas, ut sciat frater eius, accusator meus, quam in omnibus minor u[it]ae curriculum cum fratre optumae memoriae uiro currat. --
 
traduzione
 
Perch? ora, mio malgrado, dal ricordo di tanto uomo dovr? passare a questa peste. Tu vuoi dunque, Emiliano, opporti ad Avito? Quel tale che Avito chiama buon cittadino, il cui carattere loda senza riserva alcuna nella sua lettera, tu accuserai di magico maleficio? E ammesso che io abbia invaso la casa di Pudentilla e la stia spogliando dei suoi beni, proprio tu dovresti dolertene pi? di quanto non abbia fatto Ponziano, il quale, per un disaccordo durato pochi giorni, eccitato naturalmente da voi, mi diede, in mia assenza, soddisfazione presso Avito, e dinanzi a tanto uomo ebbe per me parole di grazie? Supponi che io abbia letto il racconto di ci? che accadde in presenza di Avito e non la sua lettera: che cosa potresti tu o quali cose potrebbe un altro biasimare in questa faccenda? Ponziano stesso riconosceva che quanto gli era stato donato dalla madre lo doveva a mia generosit?: Ponziano nel fondo del suo cuore si rallegrava di aver trovato in me un tale patrigno. Magari egli fosse tornato incolume da Cartagine! Magari - poich? era questo il suo destino - tu, Rufino, non gli avessi impedito di esprimere le sue ultime volont?! Quali grazie non mi avrebbe egli reso o in persona o nel testamento! Ma le lettere che egli mi indirizz? da Cartagine, lungo la via del ritorno, quelle che ancora valido, quelle che ormai malato mi scrisse, piene di onore, piene di amore, lascia, Massimo, che siano lette per un istante, affinch? il fratello suo, mio accusatore, sappia quanto poco egli sia compagno al fratello, uomo di virtuosissima memoria, nel seguire il corso di Minerva. (Si leggono le lettere di Ponziano.)
 

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